giovedì 21 luglio 2016

Sonnino nel 1834 visto da Giuseppe Marocco in "Monumenti dello Stato Pontificio"

Giuseppe Marocco e la sua opera

  MONUMENTI DELLO STATO PONTIFICIO E RELAZIONE TOPOGRAFICA
DI
OGNI PAESE


E 'il V Tomo di una serie di volumi, scritti dal Marocco tra il 1834 ed il 1836, riguardanti il suo viaggio nel territorio dello Stato Pontificio conosciuto come Campagna e Marittima, Oggi corrisponde alle due provincie di Latina e Frosinone. Il Marocco visita anche Sonnino e lo racconta in queste pagine descrivendone il paesaggio, gli edifici, le abitudini ed i monumenti.

In  questa prima pagina il Marocco ci spiega a quali cittadine facesse riferimento Sonnino amministrativamente e ne da una descrizione fisica indicando le sue Porte di accesso (all'epoca tutte e 5 presenti) e le Montagne. Sonnino è mancante di acqua sorgiva, il Marocco scrive della presenza di cisterne di raccolta d'acqua piovana, l'acqua era disponibile ai Garvilli, che era una fonte d'acqua perenne, ed alla fontana di S.Antonio Abate.

 

In questa pagina c'è forse uno dei passaggi più interessanti della relazione del Marocco, parla appunto delle Femmine di Sonnino. Le donne di Sonnino erano costrette a scendere a valle per lavare i panni, nel fiume Amaseno, in una località chiamata dal Marocco Bagnolo (oggi Bagnoli) . Le Femmine di Sonnino erano di struttura maschile, lineamenti marcati in volto, il colore della pelle di un vago vermiglio e le loro vesti erano di più colori, su di esse spille e decorazioni che ricordano l'abbigliamento greco, ai piedi indossano dei calzari chiamate ciocie, da quì il termine ciociare, dunque anche Sonnino era Ciociaria.
L'istruzione di base era assicurata, c'erano tre parrocchie, S. Pietro, dove risiede l'Abate, S. Giovanni e S. Francesco, quest'ultimo era un convento che ospitava una comunità di frati minori conventuali. Vi era anche la casa di Missione nell'antico ex Monastero delle Canne, una volta ospitava monache cistercensi, figlio dell'abbazia di Fossanova.

  
Il Marocco non trova documenti importanti se non un pergamena del 1249 che trascrive per intero. Racconta del carattere fiero e vendicativo dei sonninesi, che in un passato recente aveva scatenato faide, non scrive direttamente la parola  briganti o brigantopoli  ma il senso del suo racconto è quello, comunque nessuno straniero poteva ancora camminare per le vie del paese di notte, qualche sonninese forse, con delle torce ricavate da erba secca dette stramare o strugli.

Il Marocco racconta un po' di storia medievale di Sonnino, ma arriviamo subito alla contemporaneità, il Castello di Sonnino al momento del suo viaggio è degli Antonelli. 


Fa poi un elenco di alcuni uomini illustri di Sonnino,  ritorna sul territorio, alle sue ricchezze, i suoi confini. Chiude poi con il trascrivere il testo di una lapide marmorea presente ancora oggi nella chiesa di Sant'Angelo di cui abbiamo una traduzione.


A DIO OTTIMO MASSIMO
FILIPPO ROTONDI INSIGNE UOMO DEVOTO DI OTTIME ORIGINI
ECCELSO PER COSTUMI,INGEGNO E VIRTU'
RICCO DI DOTTRINA ED ONESTA'
UTILISSIMO AL GOVERNO DELLA CHIESA PER LE DOTI
DELL'ANIMO,NON MENO CHE PER LA SUA BONTA'
PRIMA A FERENTINO,POI A TERRACINA VICARIO GENERALE,
ANCORA GIOVANE FU A CAPO DI MOLTE CITTA'
E GOVERNO' MOLTE POPOLAZIONI.
INFINE A CERVIA,SORRETTO SEMPRE DALLA STESSA
AUTORITA' ,RESE L'ANIMA AL CREATORE 
NELL'ANNO DEL SIGNORE 1650 IL GIORNO 29 NOVEMBRE
ALL'ETA' DI 57 ANNI E 11 MESI,
I FIGLI GIACOMO E GIOVANNI,INSIGNI UOMINI DEVOTI,
A TANTO PADRE POSERO CON GRANDE DOLORE.
ALLA SUA MEMORIA LEGARONO LA CAPPELLA DELLA DIVINA
MARIA MADDALENA CON L'OFFERTA DI 200 SCUDI.




  




martedì 19 luglio 2016

Michelina Di Cesare ed il suo abito

Michelina Di Cesare ed il suo abito

Archivi fotografici Alinari - Donna di Sonnino

Michelina di Cesare è stata una brigante italiana, nata nell'allora Regno delle Due Sicilie. Nasce poverissima a Caspoli il 28 Ottobre del 1841 frazione di Mignano Monte Lungo, nella provincia di Terra di Lavoto, oggi in provincia di Caserta, ebbe un'infanzia difficile, nel 1861 sposò Rocco Zenga, che morì l'anno seguente lasciandola vedova. Nel 1862 conobbe Francesco Guerra, ex soldato borbonico e renitente alla leva indetta dal nuovo Stato, il quale si diede alla macchia aggregandosi alla banda di Rafaniello, fino a diventarne capo nel 1861 alla morte di costui. Michelina seguì il suo compagno e la banda in cui ebbe un ruolo di spicco infatti partecipava attivamente anche agli scontri a fuoco, morì il 30 agosto del 1868 in seguito ad un agguato. 
Michelina De Cesare fece largo uso della fotografia per propaganda ideologica, facendosi ritrarre in costume tradizionale, armata di fucile e pistola. L'abito con cui veniva ritratta la brigantessa era già famoso nel XIX secolo negli atelier, era infatti il costume tradizionale delle donne di Sonnino arrivato a Roma in seguito alla deportazione dei congiunti dei briganti nel 1819 (Editto del Card. Consalvi 19 Luglio 1819). E' l'abito che incarna un'ideologia politica antigovernativa, l'abito brigantesco per eccellenza

 




lunedì 18 luglio 2016

Sonnino 18 Luglio 1819

Sonnino 18 Luglio 1819

Edward Lear (British, 1812-1888) Sonnino,1840




Il 18 Luglio del 1819 per Sonnino fu una data importante che ne segnò inevitabilmente il futuro, è questo il giorno in cui il Cardinal Consalvi proclamò l'Editto che ne voleva la distruzione. Con la caduta di Napoleone si ripristina a Roma lo Stato Pontificio, Papa Pio VII conosceva bene la realtà di Sonnino, un covo di briganti aiutati in loco da un'intricata rete di protezione tra parenti, amici e famiglie potenti che ne mantenevano la latitanza. Il brigante che deteneva il comando delle bande in quel periodo a Sonnino era Gennaro Gasbarrone, fratello maggiore del famigerato Antonio e poichè a Sonnino tutti erano briganti venne considerata una brigantopoli. L'editto prevedeva che gli abitanti venissero rimossi e portati altrove e che tutte le abitazioni fossero distrutte, i possidenti di terreni si sarebbero sistemati nei paesi vicini così da mantenere i loro beni, si supponeva infatti che fossero ostili al brigantaggio. E così fu, tra settembre ed ottobre del 1819 parte della popolazione venne deportata e molte abitazioni vennero distrutte. 

Il Cardinale Consalvi col pontefice Pio VII




Un frammento che riguarda l'editto dal "Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri" .